E’ iniziato il 2015, qual è l’anniversario che attendete maggiormente? O meglio, gli anniversari e le probabili ristampe che vi faranno ricordare la gioventù da qui ai prossimi mesi? Eccovi la selezione dei dischi migliori e degli album più significativi usciti nel 2005, 1995, 1990, 1985, 1975 e 1965! Per approfondimenti, vi rimandiamo al Bignami (o bigino se preferite) relativo alla storia della musica secondo Outune, che sarà completo di 2014 entro fine mese.
2005: Dieci anni fa…
Afterhours – Ballate per piccole iene – “Se “Hai paura del buio?” (1997) rimane il capolavoro indiscusso degli Afterhours, nonché uno dei capitoli più importanti per l’intero alternative rock italiano, con “Ballate per piccole iene” la band di Manuel Agnelli s’insedia definitivamente nelle zone alte del pop/rock tricolore.”
50 Cent – The Massacre – “All’interno c’è proprio tutto, dall’autocelebrazione ai fatti di strada, passando per i dissing, le rime sempre efficaci di Eminem e le autorevoli produzioni di Dr. Dre”
Negramaro – Mentre tutto scorre – “Ottantatre settimane nella classifica dei più venduti in Italia. È il disco della definitiva consacrazione per Giuliano Sangiorgi e soci dopo un esordio a suon di rock e una conversione melodico/commerciale nel successivo “000577””
The Mars Volta – Frances The Mute – “voci filtrate, stacchi free jazz e orchestrazioni swing, riff di hard rock classico, striature latine, partiture cervellotiche a metà strada fra King Crimson e Genesis, equilibrismi canori dei più spericolati, psichedelia anni Sessanta e post rock anni Novanta mischiati assieme, etc. Un’orgia sonica imponente”
Nickelback – All The Right Reasons – “E’ il più grande successo in termini di vendite (dodici milioni di copie piazzate) dei Nickelback. “All The Right Reasons” riconferma ad altissimi livelli il gruppo canadese, che in questa release si giova del contributo dietro la batteria dell’ottimo Daniel Adair, oltre che di una produzione ancora più potente, nitida e impattante”
Thirty Seconds To Mars – A Beautiful Lie – “Proprio la perfomance di Jared è clamorosa, riuscendo a reggere registri altissimi e vocalizzi sussurrati e dolenti. Dal vivo la storia spesso sarà un’altra, ma il grande merito dei 30STM è quello di aver creato, mantenuto e consolidato nel corso degli anni una fanbase affezionata e fedelissima”
Wolfmother – Wolfmother – “In Australia c’è l’aria buona. Un po’ come in Canada insomma. I Wolfmother conquistarono sia gli appassionati di hard rock classico (Zeppelin e Sabbath) sia gli amanti dello stoner à la Queens Of The Stone Age, grazie a un approccio garage con molta psichedelia interna alle loro composizioni.”
Avenged Sevenfold – City Of Evil – ““City Of Evil”, terzo parto degli Avenged Sevenfold, dimostrò che era possibile suonare moderni mischiando coordinate classicissime come quelle di Guns N’ Roses, Metallica, Iron Maiden (hai detto nulla) con quelle del metalcore contemporaneo, dimenticandosi del growl (giusto qualche urlo via) e abusando di melodie e armonie chitarristiche in dosi massicce”
Bullet For My Valentine – The Poison – “Fondendo il metalcore classico con il metallo classico (heavy e thrash prevalentemente) e spruzzate di emocore, i quattro ragazzi Gallesi fanno strage di cuori e di giovani consensi nel 2005, rimanendo per due anni di fila in tour a promuovere il disco, aprendo concerti a Guns N’ Roses e Metallica. Uno shock per i conservatori, manna dal cielo per chi cercava nuove leve e riferimenti meno “datati” dei mostri sacri”
System Of A Down – Mezmerize – “Pesi massimi della scena crossover, i System Of a Down incidono quello che è, dopo l’inarrivabile debutto, il loro lavoro più violento. Solo una semi ballad, ritmi quasi sempre incalzanti ed elevati con Daron Malakian che ha definitivamente preso il comando delle operazioni (non per nulla le parti vocali di Tankian sono diminuite e raramente aggressive).”
1995: Vent’anni fa…
Alanis Morissette – Jagged Little Pill – “il pop si salda al rock alternativo di quegli anni, risultando gradito sia agli ‘orfani’ del grunge sia agli ascoltatori occasionali.”
Björk – Post – “l’artista nordica non si siede sugli allori e in “Post” complica ulteriormente il suo particolarissimo stile. Il risultato è uno dei maggiori capolavori della musica elettronica degli anni Novanta”
Gianluca Grignani – Destinazione paradiso – “La qualità artistica di Grignani a dire il vero emergerà prepotentemente nei due lavori successivi, ma questo rimarrà comunque il cd più venduto di sempre del cantautore milanese”
Ligabue – Buon compleanno Elvis – “Lungamente atteso, il treno per la celebrità nazionale assoluta viene preso in pieno da Luciano, che in questo cd mette insieme una decina di brani tutti identici tra loro come costruzione; a cambiare sono soltanto i ritmi e, più raramente, gli accordi”
Oasis – (What’s the Story) Morning Glory? – “Nel Regno Unito hanno saputo fare di meglio solo i Queen con “Greatest Hits” e i Beatles con “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”. Il secondo album dei fratelli Gallagher è la miglior espressione di un’intera carriera, piazzandosi di diritto tra le maggiori icone della corrente britpop.”
Tupac – Me Against The World – “Tupac, arrestato con l’accusa di violenza sessuale, assiste alla pubblicazione del suo terzo disco direttamente dal carcere. “Me Against the World” balza in cima alla classifiche…”
The Verve – A Northern Soul – “la scura “This Is Music” e l’etera “Life’s An Ocean” segnalano la grande crescita della band inglese a livello di songwriting, mentre gli archi di “History” preludono alla consacrazione che avverrà con il successivo “Urban Hymns”.”
Skunk Anansie – Paranoid And Sunburnt – “La forza di “Paranoid And Sunburnt” risiede in buona parte nella voce di Skin, cantante nera dotata di grande estensione e abile nel dirigere le velleità della band verso un hard rock dai contorni melodici e, a volte, persino soulful…”
Smashing Pumpkins – Mellon Collie And The Infinite Sadness – “Corgan sta vivendo un periodo di grazia creativa, per cui il risultato non è troppo ridondante o dispersivo, anzi è quanto di meglio lui e la band abbiano prodotto nell’intera carriera”
Timoria – 2020 SpeedBall – ““2020 SpeedBall” spinge ancora di più sulla distorsione, ispessendo il muro di suono e l’impatto complessivo del combo che ora suona come una metal band”
At The Gates – Slaughter Of The Soul – ““Slaughter Of The Soul” non è soltanto il disco più celebre di Tomas “Tompa” Lindberg e compagni, è anche quello che più di tutti epitomizza lo stile di questo sottogenere”
Blind Guardian – Imaginations From The Other Side – “Un clamoroso capolavoro di power metal anni Novanta. “Imaginations From The Other Side” permette ai Blind Guardian di diventare protagonisti assoluti di una scena che vivrà, nella seconda metà del decennio, una nuova giovinezza”
Dark Tranquillity – The Gallery – “Insieme a In Flames e At The Gates, i Dark Tranquillity sono stati la band più influente del death metal melodico sorto a Goteborg nel corso degli anni Novanta, ben meno truce e sanguinario rispetto a quello della prima ondata proveniente da Stoccolma e capitanato da Entombed e Dismember”
Fear Factory – Demanufacture – “Riduttivo catalogarlo come industrial metal, tanto vasto è il campionario che Burton C. Bell e soci utilizzarono per creare un sound tanto violento quanto accessibile ai fan dell’heavy classico grazie all’utilizzo del cantato pulito e melodico nei ritornelli di vari pezzi, accanto a un impianto death/thrash devastato da inserti elettronici e campionature assortite”
Meshuggah – Destroy Erase Improve – “Fondendo un impatto thrash con dettami death e math rock, ribollito in aperture fusion e jazz sperimentale, riuscirono a creare un suono senza precedenti nella scena, oltre a elevare vertiginosamente l’entry level per chi volesse cimentarsi con la musica pesante di fine millennio.”
1990: Venticinque anni fa…
Fabrizio De André – Le nuvole – “Dopo sei anni di silenzio discografico, De André torna al sodalizio artistico con Mauro Pagani, che aveva fruttato il capolavoro assoluto “Crêuza de mä””
Ice Cube – AmeriKKKa’s Most Wanted – “emerge una certa coscienza politica che lo porta a scrivere una traccia come “Endangered Species (Tales from the Darkside)”, quasi un presentimento degli scontri razziali avvenuti a Los Angeles nelle rivolte del 1992”
Morrissey – Bona Drag – “Manna dal cielo per gli estimatori del dandy più iconico della pop music, di cui “Bona Drag” rappresenta un caposaldo irrinunciabile.”
AC/DC – The Razor’s Edge – “Canzoni anthemiche come “Thunderstruck”, “Moneytalks” e “Are You Ready”, insieme alle veloci e coinvolgenti “Fire Your Guns” e “Rock Your Heart Out” si alternano perfettamente ai classici mid tempo cadenzati dei Nostri, anche grazie a Chris Slade, batterista potentissimo e instancabile”
Bad Religion – Against The Grain – “Nei 17 brani che lo compongono la fusione fra ritornelli anthemici, aggressività hardcore ed enfasi melodica può dirsi compiuta”
Extreme – Pornograffiti – “Grazie a una superba miscela di funk, hard rock e bella presenza, Cherone e Bettencourt si imposero all’attenzione delle masse con “Pornograffiti”, secondo studio record degli Extreme trainato dalla super ballad acustica “More Than Words””
Litfiba – El Diablo – ““El Diablo” è il lavoro che sdogana definitivamente la band di Piero Pelù e Ghigo Renzulli presso il grande pubblico, aprendo tra l’altro la cosiddetta Tetralogia degli Elementi”
Public Enemy – Fear of a Black Planet – “Nel disco si alternano tematiche prettamente sociali e chiare denunce ai modelli culturali della popolazione bianca, ancora dominanti sul territorio americano”
Queensryche – Empire – “La scintillante produzione e il rock duro ma melodico e alla portata di tutti dei Nostri consentirono al disco di esplodere anche sui grandi network…”
Alice In Chains – Facelift – “Layne Staley e Jerry Cantrell crearono qualcosa di unico, merito della loro abilità nel fondere le proprie voci in armonie vocali tormentate e vigorose che svettavano su riff di chitarra sì opprimenti ma dannatamente affascinanti.”
Annihilator – Never, Neverland – “Indispensabile sia per gli amanti dello shred, sia per comprendere math e contorsioni progressive metal post anni Novanta.”
Entombed – Left Hand Path – “E’ la Svezia che dà i natali alla prima grande scena death metal europea. Accanto a band comunque importanti come Dismember e Grave, sono gli Entombed a battere tutti sul tempo e pubblicare il primo capolavoro del filone scandinavo”
Judas Priest – Painkiller – “Canto del cigno per i Priest e più in generale per il metal, che sarà travolto dall’onda del grunge che spazzerà via anche i sottogeneri thrash e glam per alcuni, lunghissimi, anni.”
Megadeth – Rust In Peace – ““Rust In Peace” dei Megadeth è diventato col trascorrere degli anni un album leggendario, in cui la miglior line – up della band di sempre (con Nick Menza alla batteria e Marty Friedman alla chitarra) si esprime su livelli disumani, mostrando un’abilità compositiva ed esecutiva senza pari all’epoca”
Obituary – Cause Of Death – “Il death metal floridiano trova in “Cause Of Death” degli Obituary un altro lavoro impeccabile, caratterizzato dal tremendo growl del singer John Tardy e dalle taglientissime asce di James Murphy e Trevor Peres”
Pantera – Cowboys From Hell – “i Pantera escogitano una mutazione del riffing tipico di act quali Megadeth, Slayer, Metallica e Anthrax che avrà enormi fortune e la cui influenza si fa sentire ancora oggi.”
Slayer – Seasons In The Abyss – “Insomma, fra strider di chitarre e rimbombare di tamburi, il quartetto californiano sembra non perdere un colpo; fra l’altro, anche “Seasons…” diventa disco d’oro in patria…”
1985: Trent’anni fa…
A-Ha – Hunting High And Low – “un pop garbato, segnato dalla voce finissima di Morten Harket e dominato dai synth, ma capace anche di aprirsi a suggestioni neoclassiche e dalla forte vena romantica.”
Scritti Politti – Cupid & Psiche 85 – “È però in “Cupid & Psiche 85“, opera seconda, che Green Gartside e compagni si esprimono al meglio. Realizzando un classico della pop music di quegli anni…”
The Smiths – Meat Is Murder – “Per gli Smiths si tratta inequivocabilmente di un disco di passaggio, tuttavia i testi di Morrissey sono più ispirati che mai, lambendo a tratti la vera e propria poesia”
Tears For Fears – Songs From The Big Chair – “Gli inglesi Tears For Fears ottengono con il secondo album un successo clamoroso: infatti, “Songs From The Big Chair” arriverà al numero uno anche nelle chart statunitensi e raccoglierà una gran messe di dischi di platino.”
Whitney Houston – Whitney Houston – “Risultati mai visti prima per un’esordiente e ottenuti grazie a un album emozionante (ricco di ballate soul e R&B) e una voce senza precedenti.”
The Cult – Love – “Qui le radici post – punk/dark del quintetto si amalgamano alla perfezione con il recupero di un hard rock tonante, di matrice Seventies eppure non scevro da soluzioni più moderne…”
Hüsker Dü – New Day Rising – “Semplicemente, Mould, Norton e Hart stanno creando un nuovo stile, al di là dell’HC seppure nutrito della stessa urgenza di quest’ultimo (vedi anche i testi). All’epoca erano gli unici a suonare così, un lustro dopo gli imitatori non si conteranno più.”
Green River – Come On Down – “Facile quindi dire che si sia trattato del gruppo in assoluto più seminale per il futuro grunge, ‘genere’ di cui “Come On Down” contiene già molti dei tratti caratteristici”
LL Cool J – Radio – “L’album è un successo commerciale con le sue cinquecento mila copie vendute in soli cinque mesi e un disco di platino conquistato qualche anno dopo.”
Nick Cave And The Bad Seeds – The Firstborn Is Dead – “Il secondo Nick Cave And The Bad Seeds è ancora scosso da isteria post – punk, con la chitarra di Blixa scorticata alla bisogna e sfondi sonori ora polverizzati, altre volte taglienti come un rasoio”
The Sisters Of Mercy – First And Last And Always – “Forse il debutto dei Sisters Of Mercy è arrivato leggermente fuori tempo, quando la darkwave generata dal post – punk mostrava già la corda (e d’altra parte il gruppo esisteva dal 1980 e prima c’erano stati gli EP “Alice” e “The Reptile House” nell’83).”
Tom Waits – Rain Dogs – “L’abilità di Tom è quella di saper organizzare tale caos assoluto come se si trattasse della cosa più facile del mondo, impedendo di far precipitare nell’insensatezza brani che, avessero una nota in meno o in più, probabilmente finirebbero in polvere.”
Anthrax – Spreading The Disease – “Reduci da un cambio di line – up traumatico che avrebbe potuto creare non pochi problemi alla prosecuzione della loro carriera, gli Anthrax incidono un album clamoroso con il nuovo vocalist Joey Belladonna e il bassista Frank Bello”
Possessed – Seven Churches – ““Seven Churches” unisce un thrash seminale e violentissimo alle vocals di Jeff Becerra, che esplodono senza preavviso proponendo quella che potremmo definire la cosa più vicina al cantato in growl mai sentita fino al 1985.”
1975: Quarant’anni fa…
Bruce Springsteen – Born To Run – ““Born To Run” non è un’opera innovativa in senso stretto, piuttosto in sole otto canzoni riesce a riassumere vent’anni di musica, e lo fa in modo assolutamente geniale.”
Goblin – Profondo Rosso – “L’arpeggio di tastiera del tema principale, irrobustito dall’entrata dell’organo ‘horrorificamente’ liturgico, costituirà un’onnipresente fonte d’ispirazione per tutta la musica gotico – cinematica futura.”
Pink Floyd – Wish You Were Here – ““Wish You Were Here” è quasi un disco solista di Waters, il quale, tramite una musica solenne e marmorea, che si dipana lenta in mega suite dai colori plumbei, esorcizza le sue paure e dedica gran parte dell’album al vecchio amico Syd”
Queen – A Night At The Opera – “Inimitabile, geniale, sfrenato, ubriacante. Sono tanti gli aggettivi con cui potrebbe esser descritto “A Night At The Opera”, capolavoro assoluto dei Queen e disco fondamentale per le sorti del pop e del rock, ma nessuno saprebbe coglierne realmente l’essenza.”
Patti Smith – Horses – “Rock duro e puro, che celebra per l’ultima volta il movimento beatnik e così facendo lo manda definitivamente in soffitta, preservandone però alcune tossine che spara direttamente in vena al montante fenomeno punk.”
ZZ Top – Fandango! – “Il successore di “Tres Hombres” (1973) estende la popolarità del trio texano. “Fandango!” è un disco importante, nel suo dualismo studio/live.”
Aerosmith – Toys In The Attic – “La ricetta rimane la medesima: riff corposi e assoli elettrizzanti che si armonizzano perfettamente con un ottimo gusto per la melodia, se necessario.”
Alice Cooper – Welcome To My Nightmare – “Ricchissimo negli effetti sonori e gonfio di un’atmosfera che esalta il rock duro Cooperiano in una sorta di musical dell’orrore, l’LP narra gli incubi di un ragazzino di nome Steven, personaggio che riapparirà anche in altri lavori dell’artista.”
Led Zeppelin – Physical Graffiti – “Racchiuso in “Physical Graffiti” c’è davvero di tutto, dall’hard rock più pesante al blues psichedelico, dalla dolcezza del folk al fascino degli influssi etnici.”
1965: Cinquant’anni fa…
Beatles – Rubber Soul – “Album d’importanza capitale per gli anni Sessanta, ma ancor di più per i suoi autori. Si tratta del primo LP dei Beatles concepito organicamente e non come raccolta di singoli…”
Bob Dylan – Bringing It All Back Home/Highway 61 Revisited – “Il folksinger dedito principalmente a canzoni di protesta non esiste più. Si è trasformato in qualcosa di ancor più scomodo e pericoloso.”
Mina – Studio Uno – Si tratta del disco più venduto in Italia nel 1965 (i Beatles si devono ‘accontentare’ del secondo e terzo posto). Più di questo, è la consacrazione definitiva della cantante…”
The Wailers – The Wailing Wailers – “L’atto di nascita ufficiale del reggae, anche se ai tempi lo stile del gruppo era ancora essenzialmente ska.”
Rolling Stones – Out Of Our Heads – “L’edizione americana contiene “(I Can’t Get No) Satisfaction“, il pezzo che continene uno dei tre, quattro riff più famosi della storia del rock.”