Sul black metal è stato detto e scritto di tutto. Ogni tanto a ragione, altre a vanvera, se contiamo che siamo qui per parlare di musica, e non di fatti di cronaca nera.
Quindi, cercando di liberare la mente da tutto il contorno di folklore demonizzato in modo (a volte) esagerato, concentriamoci sulla musica, su quella musica che per un periodo tra gli anni ’80 e’90, soprattutto nel Nord Europa, ha fatto davvero tremare le fondamenta dell’establishment.
Un po’ come la rivoluzione punk degli anni ’70, che ha fatto suo il lo-fi e la ribellione al sistema, anche i blackster si sono rivoltati allo stesso modo, imbracciando strumenti che suonassero davvero male, e che su nastro suonassero ancora peggio, coronando il tutto con uno screaming marcio e velenoso, che non farebbe invidia a qualche demone in vacanza sulla Terra dai suoi gironi infernali. E facendolo rigorosamente vestiti di nero, con la faccia pittata, leggendo spasmodicamente Tolkien e simili, abbandonandosi a fantasie e vaneggiamenti politico-religiosi spesso poco edificanti, che qualcuno ha, ahinoi, anche messo in pratica.
Allora, approfittiamo della pioggia, del freddo,del buio e dell’umore nero: in fondo, cosa c’è di meglio per esorcizzare la lontananza ancora struggente delle primavera se non una bella playlist black metal? Vedrete che poi starete meglio. Forse.
Black Metal migliori canzoni, la playlist
Black Metal, Venom (1982) – iniziamo da una band che black metal non è, ma che ha fortemente influenzato la prima ondata nera norvegese, a livello di immagine e testi. Black Metal di Cronos e stata coverizzata un numero infinito di volte dai “trve” blackster.
Procreation (Of the Wicked), Celtic Frost (1984) – non si può parlare di black metal senza citare gli svizzeri Celtic Frost. Senza la band di Tom Warrior infatti, difficilmente sarebbero nate molte formazioni estreme che hanno ammesso esse stesse di pagare pegno al seminale Morbid Tales.
Woman of Dark Desires, Bathory (1987) – proprio dal titolo di un pezzo dei Venom prendono ispirazione gli svedesi Bathory, che a loro volta dedicano Woman of Dark Desires alla sanguinaria contessa ungherese Elizabeth Báthory, personaggio che ogni appassionato di cultura nera deve conoscere.
A Blaze In The Northern Sky, Darkthrone (1992) – il duo composto da Nocturno Culto e Fenriz ha dato alla luce la cosiddetta “Unholy Trinity”, di cui fa parte A Blaze In The Northern Sky insieme a Under a Funeral Moon eTransilvanian Hunger.
De Mysteriis Dom Sathanas, Mayhem (1992)– sui Mayhem bisognerebbe scriverebbe un’enciclopedia. Vi basti pensare che dalla band di Oslo sono passati Euronymous, Burzum e Dead, e che solo uno dei tre è sopravvissuto a omicidi/suicidi. Indovinate chi. De Mysteriis Dom Sathanas, causa decessi, incarcerazioni e conseguenti cambi di line-up, vanta una delle gestazioni più lunghe, almeno nella storia del genere (5 anni).
War, Burzum (1992) – Varg Vikernes vanta un curriculum variegatissimo. Musicista, assassino, e oggi anche opinionista e blogger, nonostante le difficoltà non ha mai smesso di dire la sua, producendo ben undici dischi da solista, anche e soprattutto dal carcere.
Sadistic 666/Under a Golden Shower, Impaled Nazarene (1993) – i finlandesi, pur dovendo molto alla scena norvegese, ne hanno preso le distanze fin da subito, abbandonando prematuramente il corpsepaint e volgendo verso lidi grind e hardcore.
Loke, Enslaved (1994) – gli Enslaved prendono il nome da un pezzo degli Immortal (Enslaved in Rot appunto). Vikingligr Veldi, il debutto della band norvegese, è stato pubblicato sotto la Deathlike Silence, l’etichetta di Euronymous, al quale è dedicato l’intero disco.
Ritual, Gorgoroth (1994) – più famosa per le esibizioni a base di crocifissioni e teste mozzate di ovini che per la musica, la band di Infernus è stata presa più volte di mira dalla censura nel corso della sua carriera, forse ancora di più di molte formazioni di uguale ferocia.
Inno a Satana, Emperor (1994) – la band di Ihsahn e Samoth è stata tra le prime ad abbandonare l’ormai troppo mainstream corpsepaint nel lontano 1993. Ma i norvegesi Emperor sono noti e apprezzati anche fuori dalla cerchia per il loro estremo tecnicismo. Inoltre In the Nightside Eclipse è considerato un album seminale per il black metal sinfonico.
The Forest Whispers My Name, Cradle of Filth (1994) – prima che Dani Filth si lasciasse contaminare dal goth (e a tratti dal pop), i suoi Cradle of Filth erano una band black metal a tutti gli effetti, nonostante si iniziasse a intuire fin dagli esordi la venatura dark romance che poco si confà alla più “maschia” scena norvegese.
Non Serviam, Rotting Christ (1994) – black metal non significa solo Scandinavia. I Rotting Christ infatti vengono dalla Grecia e con un nome che è una bestemmia bella e buona, non potevano non lasciare il segno esattamente come i colleghi nordici.
The Zombie Terror, Sigh (1995) – i Sigh, band black metal giapponese, facevano parte della scuderia Deathlike Silence Records. L’asse Oslo-Tokyo ha portato fortuna alla band del Sol Levante, che oggi si dedica alle sperimentazioni estreme dell’avant-garde.
From the Darkest Deep, Ragnarok (1995) – con Nattferd, il debutto del 1995, la band norvegese si è guadagnata una certa fama all’interno della “second wave of black metal”. E ancora oggi continua diffondere il verbo.
The Secrets of the Black Arts, Dark Funeral (1996) – della cosiddetta “second wave of black metal” fanno parte anche i Dark Funeral di Lord Ahriman. The Secrets of the Black Arts, il debutto della band svedese, è stato ri-registrato nel 2007, con mezzi (e risultati) decisamente migliori rispetto al 1996.
Mother North, Satyricon (1996) – Nemesis Divina, il terzo album dei norvegesi, rimane e rimarrà sempre uno dei migliori del suo genere. Mother North, il brano simbolo del disco forgiato da Frost e Satyr, è stato lanciato da un videoclip, cosa alquanto insolita per la scena black metal delle origini.
Spellbound (By the Devil), Dimmu Borgir (1997) – quando si parla di black metal sinfonico, è impossibile non pensare ai tastieroni pomposi dei Dimmu Borgir, che aloro volta hanno preso spunto dalle orchestrazioni dei maestri Emperor.
Pierced Genitalia, Carpathian Forest (1998) – nati nel 1992 sotto il nome di Enthroned, i norvegesi Carpathian Forest pubblicheranno il loro primo vero album, Black Shining Leather, solo nel 1998.
Panzer Division Marduk, Marduk (1999) – il 1990 invece ha visto la nascita della “band più blasfema al mondo”, almeno secondo i diretti interessati. Ma per il capolavoro dei Marduk bisogna attendere il 1999. Panzer Division Marduk infatti sta al black metal come Reign in Blood sta al thrash.
At the Heart of Winter, Immortal (1999)– nonostante oggi siano ai ferri corti per cause legali, c’è stato un tempo in cui Abbath e Demonaz andavano d’amore e d’accordo. At the Heart of Winter segna l’inizio della virata verso contaminazioni thrash di stampo teutonico.
Chiara Borloni