Il 2017 non è ancora l’anno che ha sancito la fine dell’epoca degli album: pur essendo entrati in maniera “irreversibile” nell’era degli streaming e delle playlist che, non si può negare, dominano il panorama internazionale, anche quest’anno sono stati pubblicati numerosi dischi di spessore in ambito internazionale. Un anno ricco di graditi ritorni ma, soprattutto, di nuove promesse destinate a diventare le future star della scena internazionale. Una lista di venti nomi, in rigoroso ordine alfabetico, in un mix tra vecchia guardia e fresca novità
Beck – Colors
Il disco pop dell’ex “Loser”, totalmente slegato rispetto al passato come da sua tradizione. La conferma, se ancora ne servisse, del talento del musicista californiano.
Bjork – Utopia
Uscito a fine novembre, “Utopia” continua la tradizione dell’artista islandese, in quello che è un concept album basato sull’amore per il prossimo e la natura.
Depeche Mode – Mode Spirit
Quasi quarant’anni di carriera e non sentirli: con “Spirit” i Depeche Mode continuano a dire la loro, oltre con degli strepitosi live, anche su disco, in quello che molti considerano come uno dei migliori album dell’intera carriera.
Dua Lipa – Dua Lipa
Partita come YouTuber e poi diventata autrice e ragazza immagine, la londinese originaria del Kosovo stupisce tutti con un disco di debutto solido come non pochi. E con una canzone, “New Rules”, destinata a diventare un brano evergreen.
Ed Sheeran – Divide
Cinque milioni di copie vendute parlano da sole: pur avendo fatto discutere alcuni fan della vecchia ora con “Divide”, il rossocrinito di Halifax è indubbiamente tra i numeri uno della nuova generazione.
Gorillaz – Humanz
Quinto disco per la non-band (diventata poi un vero e proprio gruppo, anche in sede live) capitanata da Damon Albarn. Sperimentazione, ma anche tante hit, il progetto di una delle menti più geniali della musica contemporanea che, però, si fa aiutare da una lunga lista di ospiti (Grace Jones, Vince Staples, De La Soul, Benjamin Clementine).
Haim – Something To Tell You
Le sorelle Haim, al secondo album in carriera, non floppano. Anzi, con una maturità artistica fuori dal comune riescono a far loro la tradizione del rock anglo-americano di gruppi come Eagles e Fleetwood Mac
Halsey – Hopeless Fountain Kingdom
Un’altra ragazza che, pur essendo partita come YouTuber, ha avuto l’occasione della vita di dimostrare un grande talento. “Hopeless Fountain Kingdom” è una conferma del debutto “Badlands”. 23 anni, ma già capace di radunare un numeroso pubblico al Madison Square Garden.
Harry Styles – Harry Styles
Che Harry Styles fosse il talento cristallino degli One Direction in molti lo avevano detto. Ma nessuno avrebbe scommesso su un suo 2017 da dominatore assoluto, come attore (è tra i protagonisti di “Dunkirk”) e come musicista solista, grazie a un debutto omonimo apprezzato dai suoi fan storici ma anche degli amanti del pop più tradizionale.
Kelela – Take me apart
In Italia non ne hanno parlato in moltissimi: all’estero, soprattutto in Regno Unito e Stati Uniti, Kelela è uno dei nomi più caldi dell’anno, capace di piazzarsi nelle classifiche di fine anno con un debutto frutto di una lunghissima gavetta.
Kendrick Lamar – DAMN.
Compton fucina di talenti dell’hip hop, Compton casa di Kendrick Lamar, insieme a Eminem il nome più importante e simbolico della scena internazionale. Doppio disco di platino in poche settimane, ospiti di grido (Rihanna e U2) e recensioni positive per quello che verrà ricordato come l’album simbolo di un’intera epoca.
Khalid – American Teen
Un ragazzo che già a 18 anni aveva assaggiato i piani alti di Billboard e ottenuto importanti riconoscimenti (artista della settimana su Apple Music ad inizio anno), con “American Teen” Khalid coniuga al successo commerciale (disco di platino) una qualità musicale che presenta un’importante ingrediente: il teenager afroamericano è autore di tutte le sue canzoni.
Lana Del Rey – Lust For Life
Vizio di una ragazza piena di soldi che voleva diventare una popstar? No, con “Lust for life” Lana Del Rey consolida il suo status internazionale, con un lavoro capace di ottenere riscontri positivi ovunque. Come per Lamar, la cantante destinata a diventare il simbolo di un’intera generazione.
LCD – Soundsystem American Dream
Ci sono voluti quattro anni per un ritorno con il botto di Peter Murphy e il suo progetto, nel quale si respirano gli echi della new wave e dei Talking Heads, dei quali gli LCD Soundsystem si candidano ad essere gli eredi spirituali.
Lorde – Melodrama
Il primo disco visse all’ombra dell’enorme singolo “Royals”. Con “Melodrama” la giovane neozelandese, invece, mette la parola fine a ogni dubbio nei suoi confronti, pubblicando un autentico capolavoro.
St. Vincent – Masseduction
Progetto nato anch’esso dopo una lunga gavetta, la carriera solista di St.Vincent non necessita più di alcuna conferma. “Masseduction”, quinto album, è uno dei migliori lavori di quella che può essere definita come una David Bowie al femminile.
SZA – Ctrl
Forte di collaborazioni di grido (lavorò con Rihanna su “ANTI”), SZA con il suo album di debutto sfonda letteralmente la porta dell’R&B internazionale. Come per Kelela, un’altra artista che dopo aver lavorato dietro le quinte per altri colleghi si ritaglia il suo ruolo di primadonna.
Taylor Swift – Reputation
Una delle icone del pop contemporaneo che gioca a fare la bad girl con il suo album “Reputation”. Un disco che ha spiazzato, molto probabilmente farà discutere per ancora tanto tempo, ma con una certezza: il fatto che la Swift è ancora tra le migliori sulla piazza.
Vince Staples – Big Fish Theory
24 anni, due dischi all’attivo, Vince Staples è uno dei nomi più caldi dell’hip hop internazionale. Al contrario di altri suoi colleghi, pur presentando una matrice West Coast, con “Big Fish Theory” incorpora nel suo sound elementi di altri generi come la dance e l’elettronica.
Tyler, The Creator – Scum Fuck Flower Boy
Dieci anni di carriera, tra percorso solista e il progetto Odd Future, Tyler, The Creator torna con un album considerato da molti come uno dei più completi della sua carriera. Un artista a 360 gradi che, oltre a rappare, per questo disco ha lavorato anche come produttore e autore dell’artwork.