Aerosmith – Pump

A confermare che la brillantezza di “Permanent Vacation” non si è trattata di un fuoco fatuo, ci pensano i 10 brani contenuti in “Pump“. Il produttore è sempre Fairbairn, i suoni sono perfetti, in compenso gli Aerosmith picchiano sui loro strumenti con ancor più foga. L’album è mediamente più pesante del suo predecessore, eppure il successo è persino superiore, tanto che i dischi di platino raccolti in patria saranno ben sette. L’hard rock della band di Boston è sfavillante e ricoperto di lustrini, come s’addice al decennio, ma basta grattar via la doratura per scoprire un cuore pulsante torrido blues, in stretto contatto con la tradizione della grande musica americana. Qui la creatività di Steven Tyler e Joe Perry è tornata al livello di quella degli anni Settanta, se non di più: e il gruppo gira al massimo nel vigoroso hard & heavy di “Young Lust”, nell’andamento più melodico della celeberrima “Love In An Elevator”, nell’intensa e drammatica storia di “Janie’s Got A Gun”, nella dolcezza della rock ballad “What It Takes”, nell’ariosità di “The Other Side”, arricchita dalla sezione fiati. La più grande rock and roll band d’America? Sicuramente una delle primissime.

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