Nato a Domodossola, ma milanese d’adozione, con questo primo LP Alberto Fortis si propone come cantautore eclettico, paradossale. Grazie anche alla collaborazione della Premiata Forneria Marconi, che ammanta gli arrangiamenti di una vena progressiva, sono molti i pezzi forti dell’album: con la poetica “Il Duomo di notte” e la polemica “Milano e Vincenzo” Fortis omaggia la sua città d’adozione, la feroce “A voi romani” deve essere intesa come satira contro la corruzione del potere e non come insulto agli abitanti della capitale, l’umorismo surreale e grottesco di “Nuda e senza seno” colpisce ancora oggi, mentre la tragica “La sedia di lillà“, in cui incombono le ombre della malattia e del suicidio, è semplicemente una delle più belle canzoni italiane di sempre. Il musicista pubblicherà ancora molti altri dischi, toccando il suo massimo successo commerciale con “La grande grotta” (1981); probabilmente, però, la sua opera più significativa rimane l’esordio, per i tempi quasi ‘di rottura’.
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