Fu un fulmine a ciel sereno “Angels Cry” degli Angra. Benché venne pubblicato solo un anno dopo nel Vecchio Continente, l’esordio di André Matos e compagni contribuì in maniera decisiva alla riaffermazione del power metal versione Europea dopo anni di magra. Di lì a poco anche Blind Guardian e Gamma Ray caleranno i propri dischi migliori, favorendo il ritorno in auge del genere anche grazie all’utilizzo di elementi neo-classici e sinfonici nel sound, con tanto di tecnica superba esposta in fase esecutiva: Matos ha un’estensione vocale allucinante, il duo Loureiro/Bittencourt alle chitarre non lascia nulla al caso, batteria e basso completano con naturalezza assoluta un quadro che spesso strizza anche l’occhio a strutture progressive mantenendo di base una velocità esecutiva elevatissima. “Carry On”, title – track, “Time”, “Evil Warning”, la ballata “Stand Away” e la cover di “Wuthering Heights” consentirono alla band di sfondare presso il pubblico metal di massa, ottenendo grandissimi risultati commerciali soprattutto in Giappone. “Angels Cry” infine venne registrato in Germania negli studi di Kai Hansen, uno che di power se ne intendeva parecchio. Nel corso degli anni gli Angra inseriranno sempre più elementi folk nell’altrettanto bellissimo “Holy Land” ma la stabilità della line – up del gruppo non reggerà a lungo portando, dopo un terzo lavoro da studio, al doloroso split col singer Matos.
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