Il disco più bello degli Anthrax. Benché la band nelle classifiche di Billboard andrà più in alto con altre release, in “Among The Living” si concentra la summa della filosofia e dell’arte della formazione di New York. Composizioni nervose, dense di cambi di tempo e cariche di un groove irresistibile durante le quali rimanere immobili è impossibile. È difficilissimo trovare un punto debole a un lavoro che non ha un singolo cedimento all’interno di nove tracce serratissime, compatte e dotate di un’energia incredibile che non cala mai. I riff di Scott Ian e Dan Spitz sono freschissimi e si integrano su una sezione ritmica (Bello/Benante) da oscar, con la vocalità particolare e schizoide di Joey Belladonna a raccontare testi paradossali e graffianti, in una band che sfrutta, facendola propria, l’iconografia da skater e/o surfer (che andava tantissimo all’epoca) che si divertono a suonare thrash. Originali e mai banali, gli Anthrax continueranno a produrre buona musica, cambiando genere con il nuovo singer John Bush ma vedendo gradualmente diminuire il proprio affezionato seguito dai 90ies in poi.
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