In un momento storico in cui il metalcore si dava per morto, sepolto e assolutamente incapace di riprendersi dagli anni di torpore a cui si era abbandonato da tempo immemore, gli Architects danno alle stampe “All Our Gods Have Abandoned Us”, provando che se ci sono idee, cuore, cervello (e pure tanta tecnica) anche un sottogenere largamente abusato può brillare degli ultimi palpiti di vita. Il settimo lavoro degli inglesi, capitanati come sempre dall’ugola instancabile di Sam Carter, è anche il più pesante e il più oscuro mai prodotto dal quintetto, e indaga con cupa consapevolezza dubbi esistenziali e il timore reverenziale della morte. Che purtroppo i Nostri hanno sperimentato in prima persona, in seguito alla prematura scomparsa del chitarrista e compositore Tom Searle, avvenuta proprio adagosto del 2016.
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