“In Caution c’erano i riflessi della bomba di Brescia e l’ombra di Ulrike Meinhof…“, ricordava Demetrio Stratos in una lettera pubblicata sulla rivista Gong nel 1975. Si riferiva proprio a “Caution Radiation Area“, il disco più duro e ostico mai composto dagli Area, ora orfani di Busnello ai fiati e con un nuovo bassista al posto del dimissionario Patrick Djivas, il giovane e promettente jazzista Ares Tavolazzi. L’album è davvero cupo, meno cantato e più suonato (anche per questo motivo Paolo Tofani lo considera il miglior lavoro della band), proteso verso un estremo tentativo di fondere free jazz e musica elettronica. L’unica melodia riconoscibile la si ascolta nella prima canzone, “Cometa Rossa”, il cui aroma etnico/mediorientale si ricollega a “Luglio, agosto, settembre (nero)”. Poi, a partire dalla successiva “ZYG (crescita zero)”, introdotta da rumori meccanici e dalla voce robotizzata di Stratos che avverte “L’estetica del lavoro è lo spettacolo della merce umana”, è un susseguirsi di dilanianti jam in cui tutti gli strumenti battagliano fra loro, facendo gradualmente crescere il tasso di complessità e pesantezza delle composizioni, sino ad arrivare al noise puro di “Lobotomia”, in cui i jingle pubblicitari della televisione di allora vengono distorti e infine corrosi totalmente da uno sgradevolissimo rumore bianco che precipita nella paranoia più acuta (si tratta di un chiaro invito a sottrarsi alla ‘lobotomia’ perpetrata dalla TV e dal sistema capitalista). Eppure, superata la fatica iniziale, si comprende che con “Caution Radiation Area” il complesso ha realizzato un altro capolavoro, ricchissimo di spunti innovativi: i vocalizzi sempre più incredibili di Demetrio, i dialoghi a velocità supersonica fra tastiere, batteria, chitarra e contrabbasso, le voci sovrapposte in “MIRage? Mirage!”, l’interazione sbalorditiva fra i vari tipi di sound, elettronico, elettrico ed acustico. etc. Ci vorranno anni per capirlo, ma ora è il caso di celebrarlo in tutta la sua grandezza.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)