L’esordio dei Bauhaus è il primo esempio compiuto di gothic rock. La darkwave arriva così al suo pieno sviluppo, recuperando un immaginario nebbioso e sepolcrale, fatto di monocromie grigio scuro, attrazione fra amore e morte, cascami da romanzo gotico e impronte di cinema espressionista; non è un caso se lo stesso gruppo autore di “In The Flat Field” si è fatto conoscere con il singolo “Bela Lugosi’s Dead”, pubblicato nell’agosto del 1979 e ancora adesso brano più conosciuto dei Nostri. L’album in questione si muove sulle stesse coordinate di quel brano e dell’altro singolo “Dark Entries”: il basso scheletrico di David J e la batteria rimbombante di Kevin Haskins offrono lo sfondo ideale per i riff acidi e scarnificati della chitarra di Daniel Ash, che spesso sfiorano il rumorismo, e per le evoluzioni vocali di Peter Murphy, in grado di passare dall’urlo al sussurro sino ad una sorta di grave crooning delle tenebre. “Double Dare”, “St. Vitus Dance”, “God In An Alcove”, “Nerves”, la title – track; sono tutti classici del gothic sound, sintesi di nevrosi post – punk e sensibilità torbida e paranoica, claustrofobie d’incubo che daranno la stura a migliaia di epigoni più o meno validi.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)