Benjamin Clementine è una figura leggendaria nel panorama musicale attuale e colto. Musicista e poeta britannico, ha vissuto in Francia, provando anche a guadagnarsi da vivere come artista di strada, sino a diventare un personaggio di culto nella scena musicale e artistica, fino alla consacrazione nel 2013 con la partecipazione al programma della BBC “Later with Jools Holland” e alla pubblicazione del primo disco, “At Least for Now”, nel 2015. “I Tell a Fly”, come dichiarato dallo stesso Clementine, si pone come la soundtrack immaginaria del volo di due mosche in viaggio alla ricerca di qualcosa,ma che in realtà incarnano l’essenza di due alieni che si sentono esclusi dal mondo in cui sono costretti a vivere. Date le premesse, quindi, il secondo lavoro del polistrumentista autodidatta è difficile da ascrivere a qualsiasi categoria. La sperimentazione e le influenze più disparate (da Claude Debussy a Leonard Cohen, passando per Nina Simone e Serge Gainsbourg, fino ad arrivare a Jimi Hendrix e Lucio Dalla) sono alla base dell’opera di questo moderno chansonnier, solo nella sua incredibile creatività, escludendo il contributo del pianista Alexis Bossard e della violoncellista Barbara Le Liepvre.
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