Dopo aver iniziato a canonizzare l’heavy metal con il precedente capolavoro “Master Of Reality”, i Black Sabbath proseguono imperterriti per la loro strada con “Vol. 4“. Il sound del quartetto è ormai codificato. Tuttavia non mancano le novità, individuabili soprattutto in un originalissimo afflato progressive, che si estrinseca soprattutto nei cambi di prospettiva della lunga “Wheels Of Confusion” (più di 8 minuti) e nel parsimonioso uso del mellotron e di qualche artigianale effetto elettronico (il brevissimo strumentale “FX”). Altri pezzi forti sono “Supernaut” e “Snowblind”, seminali per tutto il suono hard a venire. C’è poi l’inatteso lirismo della ballad pianistica “Changes” e la magia acustica di “Laguna Sunrise”, ma c’è soprattutto il torvo e lento riff iniziale di “Under The Sun”, che sarà preso a prestito da un’intera genia di gruppi doom metal. La band di Birmingham ha già forgiato uno stile inconfondibile, ma non ha ancora perso la voglia di sperimentare.
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