Oggi è ricordato più che altro tramite la rilettura che i Metallica han dato della sua “Turn The Page”. In realtà, qua da noi (Italia ed Europa) Bob Seger non ha mai sfondato davvero. Discorso ben diverso se guardiamo agli States: là, a cavallo fra Settanta e Ottanta, i suoi dischi si vendevano nell’ordine dei 5, 6 milioni di copie. Addirittura, il Greatest Hits del 1994 è arrivato ai 9 milioni di unità smerciati nei soli USA, sopravanzando quelli di Beatles e Michael Jackson! Un altro esempio per chiarire la sua popolarità al di là dell’Atlantico: in “Risky Business”, pellicola che lanciò la stella di Tom Cruise, il celebre balletto in mutande del protagonista è accompagnato dalle note di “Old Time Rock And Roll”, fra i cavalli di battaglia di Seger. Che, a dispetto delle critiche sul suo carattere “derivativo e proletario”, è stato un rocker di razza, capace di portare avanti, nell’era del punk e della new wave, i caratteri del rock and roll originario, dividendosi fra brani adrenalinici e ballad ora epiche ora drammatiche. Ha avuto il grosso torto di non aver mai realizzato un vero e proprio album epocale, in grado di figurare fra le pietre miliari della musica popolare (parziale eccezione “Live Bullet” del 1976, disco che lo impose a livello commerciale). È essenzialmente un artista da “raccoltone”, e non è un caso se il suo più grande successo sia stato di carattere compilativo. Il qui presente doppio cd, però, è ancora più esaustivo; all’appello non manca nessun brano celebre, e l’arco temporale considerato è ampissimo, partendo dagli esordi garage rock di “Ramblin’ Gamblin’ Man” (1968) e arrivando al 21esimo secolo. “Ultimate Hits“: per una volta il titolo non avrebbe potuto essere più veritiero.
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