I Boston, dall’omonima città, sono un’invenzione di Tom Scholz, ingegnere meccanico, polistrumentista (suona la chitarra ma, all’occorrenza, anche il basso e vari tipi di tastiere), mago dei suoni e delle tecniche di registrazione, perfezionista. Assemblata una band con alla voce l’ottimo cantante Brad Delp e Sib Hashian alla batteria, il musicista/inventore ha finalmente l’occasione di pubblicare un demo che aveva nel cassetto già da molto tempo. Sarà un successo clamoroso: ad oggi “Boston” è arrivato alla cifra di oltre 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo, anche se gran parte di queste non hanno superato il confine degli USA (17 milioni venduti solo in patria). I Boston, in breve, sono un fenomeno tipicamente americano. Il quale però, influenzando migliaia di band di quella nazione, finirà per ripercuotersi nel resto del pianeta. La loro miscela di classic rock, hard rock e melodie immortali costituirà la pietra angolare del rock radiofonico, o AOR che dir si voglia, vero e proprio fenomeno di massa nel Nuovo Mondo. Scholz recupera il rock degli anni Sessanta, ma lo fa con la tecnologia del 1976, architettando celestiali panorami sonori che, per merito della voce di Delp e delle sue manipolazioni in studio (ascoltate le distorsioni della chitarra e l’uso delle tastiere), offrono nuovi stimoli agli amanti della tradizione, in quella che di lì a poco sarà l’era del punk, della new wave, del metal. In questo lavoro non c’è solo il celeberrimo singolo “More Than A Feeling“, ci sono anche brani come “Rock And Roll Band”, che riattualizza il sound dei Fifties, oppure come “Foreplay/Long Time”, in cui l’introduzione organistica, mutuata dal prog sinfonico, sfocia in un caldo rock and roll dalla melodia irresistibile. Ogni episodio di “Boston” avrà enormi ripercussioni sul pop/rock degli anni Ottanta.
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