A parlar di dubstep oggi viene subito in mente il nome di Skrillex, produttore elettronico statunitense divenuto ormai una star a livello planetario, e che dal genere d’elezione si è peraltro ampiamente distaccato già da un paio d’anni. Invece del britannico William Bevan, vero nome di Burial, si è persa un po’ la memoria storica. Male, molto male. E tutto questo nonostante l’artista continui a pubblicare nuovo materiale, anche se sotto forma di EP e, a onor del vero, non sempre all’altezza dei suoi lavori migliori. Fra cui è assolutamente d’annoverare “Untrue“, secondo full length del Nostro dopo il debutto omonimo dell’anno precedente. Il dubstep preesiste a William, ma è merito suo se nella seconda metà degli anni Zero è salito prepotentemente alla ribalta all’interno della musica elettronica dai risvolti dance (un ballo strascicato e catalettico, però). Notturno e cerebrale, saturo di fumi che salgono alle orecchie, “Untrue” è in grado di farvi pulsare ogni singola estremità. Un punto fermo dell’electro contemporanea.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)