Insieme a Throbbing Gristle e Clock DVA, i Cabaret Voltaire rappresentano la terza punta di diamante dell’industrial inglese. Con “Mix-Up” (1979) avevano già stupito per l’abilità nel cucire strumenti suonati in modo tradizionale a manipolazioni elettroniche e nastri preregistrati in un collage sonoro freddo come la lama di un coltello. “Red Mecca” migliora la formula, e si para dinanzi all’ascoltatore gelido e impietoso, disturbato dalla voce super filtrata di Stephen Mallinder ed esacerbato da continue scariche di rumore e interferenze varie. In tutto questo baccano, filtrano però ritmi sequenziali che indicheranno la via futura del complesso. Nonostante ciò, l’impatto di “Sly Doubt”, “A Thousand Ways” e “Red Mask” rimane straniante.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)