Il terzo disco dei Camel è anche una delle ultime opere importanti del progressive rock inglese. Con un suono legato ai tipici stilemi della Scuola di Canterbury, presa dal versante romantico dei Caravan, la band fondata dal tastierista Peter Bardens sforna un concept album delicato e avvolgente, per lo più strumentale e giocato sul dialogo fra le tastiere di Bardens e la chitarra di Andrew Latimer. Sarà anche, insieme al successivo “Moonmadness”, il più grande successo di classifica per il gruppo, platino in UK. Ma la sua importanza è soprattutto quella di essere una delle ultime testimonianze di un certo peso artistico di una civiltà musicale di lì a poco inghiottita dal punk e dalla new wave.
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