Anche se oggi molti li hanno dimenticati, i Carcass non sono stati solo un gruppo grindcore che ruttava testi scritti da un improbabile anatomopatologo. C’è molto di più. Pur non essendo il grindcore di loro invenzione, così come il death metal, abbracciato a partire da “Necroticism” (1991), questi folli inglesi hanno pubblicato una manciata di album tutti in crescendo, in constante evoluzione, pieni di idee che sono state poi la base della musica pesante a venire. Esperimenti con accordature nuove, strutture e suoni innovativi…d’altra parte persino John Peel rimase affascinato dalla loro musica. Ecco, l’unico appunto che si potrebbe muovere a “Surgical Steel“, primo cd di materiale inedito dai tempi di “Swansong” (1996), è la mancanza di rinnovamento nel sound, oggi una fusione fra le due opere più significative dei Nostri, “Heartwork” (1993) e il già citato “Necroticism” (menzione d’onore per “The Granulating Dark Satanic Mills”, dal riffone alla Iron Maiden). Tutto il resto è perfetto. E, alla fine, è anche giusto che per il ritorno sulle scene Jeff Walker e soci abbiano deciso di puntare su un “ritorno a casa”, sbattendo in faccia a tutti la loro maestria nell’esser stati dei geniali battistrada per migliaia di formazioni più o meno valide. Oltretutto, “Surgical Steel” spazza via la quasi totalità della musica estrema contemporanea e fa venire voglia di presentarsi in un obitorio armati di mannaia e trapano. Maestri erano e maestri sono rimasti.
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