Avevamo lasciato Chan Marshall a dispensare incubi salvifici nel fondamentale “Moon Pix” (1998). Per la musicista statunitense il processo creativo non è mai stato semplice, ecco perché fra il sopracitato e “You Are Free” passano ben cinque anni. Spesi bene, peraltro, ché il nuovo LP funge da consacrazione definitiva per Cat Power, mai così a fuoco nel tratteggiare il personalissimo ibrido indie/folk rock sporcato di blues di cui è depositaria. L’opera si pone subito fra le prime pietre miliari del cantautorato femminile degli anni Zero. E per una volta ospiti altisonanti come Dave Grohl, Eddie Vedder e Warren Ellis s’inseriscono alla perfezione nell’economia del lavoro. In particolare il primo ha il merito di movimentare alcune atmosfere tipiche del canzoniere della Marshall, qui rese in modo inusitatamente tagliente: valga per tutte l’esempio di “Speak For Me”, con Dave a pestare sulle pelli e Chan a fornire una delle sue più vibranti prove canore. “You Are Free” è un susseguirsi di angoli bui improvvisamente trafitti da lame di luce, di ballad malinconiche e intimiste che sanno trasformarsi in qualcosa di più torbido e inquietante. In sintesi, una tappa indispensabile dell’indie più spontaneo e creativo degli ultimi anni.
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