Un disco furbo, “The Garden Of Unearthly Delights“. Nei suoi 70 minuti di durata i Cathedral ripercorrono praticamente tutta la loro carriera, dagli esordi ultra doom di “Forest Of Equilibrium” (1991) alle deviazioni progressivo/psichedeliche degli anni successivi. Così abbiamo pezzi come “Tree Of Life And Death”, che richiama i momenti più dinamici di “Endtyme” (2001), oppure il notevole “North Berwick Witch Trials”, a metà strada tra due classici come “Midnight Mountain” e “Hopkins”, ed ancora l’insolita “Corpsecycle”, dal ritornello catchy e orecchiabile, fino a giungere alla mastodontica suite finale “The Garden”, 27 minuti entro i quali c’è proprio tutto, da momenti di folk modificato a parti prog – psych, e che non può non ricordare la storica suite freakadelica “The Voyage Of The Homeless Sapien” (per chi non la conoscesse: recuperatevi assolutamente l’ep “Statik Majik” del 1994, imperdibile gemma nella discografia degli Inglesi). È davvero un bel disco, “The Garden Of Unearthly Delights”. Perché presenta tutto il meglio dello stile Cathedral senza sembrare un bigino posticcio, e permette ai fan di Lee Dorrian e compagni di divertirsi per oltre un’ora.
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