Ferretti e Zamboni si uniscono a Ringo De Palma, Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli, transfughi dai Litfiba, assoldano pure Giorgio Canali (tecnico del suono della band fiorentina) come chitarrista, si chiudono in un cascinale della campagna reggiana e registrano (per la maggior parte in presa diretta) il loro ultimo disco, meno fulminante di “Affinità-Divergenze…” ma più stratificato e complesso. Un’opera ricca di contrasti, che si evidenziano soprattutto nel finale, con l’incubo grottesco di “Maciste contro tutti” messo a fianco del tenero motivo di “Annarella”. Doppio nella versione in vinile, “Epica Etica Etnica Pathos” è una degna chiusura del ciclo vitale dei CCCP, nonché una delle più importanti pubblicazioni di rock italiano, in cui la produzione volutamente grezza esalta il gran lavoro strumentale, in netto contrasto con il minimalismo dei predecessori. Da qui, però, si apre un altro capitolo, quello dei CSI, che segnerà profondamente l’indie tricolore nel corso degli anni Novanta.
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