I Clannad, provenienti dall’Irlanda più profonda, non hanno mai realizzato un vero e proprio capolavoro, ‘solamente’ tanti ottimi dischi che hanno contribuito in modo decisivo, in un primo tempo, alla riscoperta della folk music di origine celtica, e successivamente al revival di molte fra le varie musiche popolari europee. “Dúlamán“, loro terzo album, è uno dei passaggi fondamentali nella carriera dell’ensemble guidato dalla voce e dall’arpa di Moya Brennan, soprattutto perché mette in luce quella tendenza a rileggere il folk tradizionale della loro terra in un’ottica leggera e persino orecchiabile, che negli anni a venire i Clannad indirizzeranno verso l’elettronica e la musica ambientale in salsa new age: non a caso nella loro carriera realizzeranno anche alcune colonne sonore. Possono non piacere per quest’aspetto troppo ‘easy’ e accondiscendente verso il mainstream, ma l’influenza che hanno avuto su certo ‘pop celtico’ d’alta classifica (Enya, loro parente e conterranea, la canadese Loreena McKennitt) è indubitabile.
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