Probabilmente il capolavoro rimane il successivo “Treasure” (1984), arricchito dall’apporto al basso di Simon Raymonde. Eppure il secondo parto dei Cocteau Twins, qui ridotti al duo chiave Elizabeth Fraser (voce) e Robin Guthrie (tutti gli strumenti), è quello che si distacca dall’assunto post – punk/darkwave alla Siouxsie And The Banshees degli esordi e si apre verso nuove perlustrazioni sonore, sostenute dalla voce eterea della Fraser e da sfondi strumentali che prediligono la smussata raffinatezza di un ondeggiare quasi impalpabile in sfere apparentemente ultraterrene. In pezzi del calibro di “Glass Candle Grenades”, “When Mama Was Moth” e “Five Ten Fiftyfold” c’è già il sentore di quello che sarà il dream pop e, addirittura, lo shoegaze di My Bloody Valentine e compagnia introversa. Un’epifania, insomma.
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