Converge – Jane Doe

I Converge hanno sempre rappresentato il post – hardcore nella sua versione più furente, progressiva e minacciosa (dolorosa?). Guidati dal cantante e chitarrista Kurt Ballou (anche produttore discografico), nel corso degli anni Novanta hanno seminato il panico con dischi del calibro di “Petitioning The Empty Sky” (1996) e “When Forever Comes Crashing” (1998). Il loro zenit artistico lo raggiungono però con “Jane Doe“, micidiale concentrato di hardcore mutante, grindcore spiritato, noise rock frantumato e barrage chitarristico che spesso rasenta il metal estremo. Il wall of sound è spaventoso, e ancor più lo sono le tematiche dei brani: non si narra di mostruosità fantastiche né di ipotetici cataclismi mondiali, piuttosto si mettono a nudo le fragilità emotive e gli sconvolgimenti interiori provocati dall’irreparabile dissolversi di una relazione sentimentale. Per questo l’aggressione tesa allo spasimo di “Concubine”, il dittico mortale “Phoenix In Flight/Phoenix In Flames” e i rallentamenti dissonanti di “Hell To Pay” (in cui sono facilmente riconoscibili accenni all’ultimo periodo dei Black Flag) suonano ancora più disturbanti. Un capolavoro giustamente riconosciuto da critica e pubblico. Va anche detto che i Converge continuano tuttora a portare avanti la loro musica con rigore inattaccabile.

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