Com’era stato per Isaac Hayes con “Shaft”, anche per Curtis Mayfield la vera svolta avviene con la colonna sonora di un ‘blaxploitation movie‘. “Superfly” è un altro disco importantissimo nella storia della musica afroamericana. Ancor più dei predecessori, qui la fusione fra soul e funk è spinta al massimo dell’efficacia, e Mayfield sfrutta l’occasione per andare ben al di là della semplice musica d’accompagnamento cinematografico, condensando in appena 37 minuti il suo interesse per i temi sociali e la denuncia per le condizioni di povertà in cui versano i ghetti dei neri, ora alle prese anche con il flagello dell’eroina. “Freddie’s Dead” e la stessa traccia che dà il titolo all’LP saranno successi clamorosi, portando l’album a vendere milioni di copie. Ma “Superfly” è molto più di un banale hit da classifica: seguendo l’esempio dell’immenso “What’s Going On”, è un’opera in cui impegno civile e ricerca musicale s’integrano armoniosamente, sia quando gli arrangiamenti orchestrali scivolano sinuosi sia quando il funk si fa più pressante e ossessivo. E sarà anche un’inesauribile fonte d’ispirazione per i rapper delle future generazioni, nonché per la disco music, luogo in cui Curtis finirà per impantanare la sua vena creativa a partire dalla seconda metà dei Settanta.
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