Uno degli ultimi grandi classici del glam rock, qui incrociato con un sound spesso sanguigno come forse mai nella storia di David Bowie, e dai chiari rimandi ai Rolling Stones (ma meglio integrati rispetto a quelli presenti nel meno riuscito “Aladdin Sane” dell’anno precedente). Concept – album a tinte fosche liberamente ispirato a “1984” di George Orwell, in cui David libera vari gradi di alienazione immersi in scenari apocalittici, che sembrano inghiottire il vecchio mondo eccitato di Ziggy Stardust, “Diamond Dogs” pare decretare anche la fine del periodo d’oro del glam. Infatti il musicista inglese, nel giro di un paio d’anni, cambierà tutto della sua musica e del suo personaggio, andando incontro ad incubi ancor più futuribili e non più ammansiti da lustrini e trucco pesante. Nel disco compare almeno un grande classico del Duca Bianco, “Rebel Rebel”, il cui riff iniziale pare davvero firmato da Keith Richards. E questa non è una critica.
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