David Bowie – Scary Monsters (and Super Creeps)

L’ingresso di Bowie negli anni Ottanta conserva ancora parecchie scorie della ‘trilogia berlinese’, ma la virata verso atmosfere più pop – oriented è netta. Certo, in “It’s No Game (Part 1)” la chitarra iper distorta di Robert Fripp solleva un polverone d’inferno, mentre David sembra volersi lacerare le corde vocali e una voce femminile narra qualcosa in giapponese aumentando l’effetto destrutturante, così come la title – track mette in mostra percussioni metalliche alla Joy Division e voci fastidiosamente filtrate nel ritornello. Però Eno se n’è andato, mancano completamente le tracce di ambient music e il ritorno alla pura forma – canzone è completo. Più che altro in “Scary Monsters” il Duca Bianco si diverte a ridisegnare le vecchie melodie glam rock colorandole di tinte synth pop e post punk, come accade nell’electro funk di “Fashion” e nella ballad “Ashes To Ashes”, malinconico addio all’epica di “Space Oddity”. La qualità rimane comunque altissima. Come sempre, il musicista inglese ha già subodorato, prima del 99% dei suoi colleghi, quali saranno le sonorità che contraddistingueranno gli Eighties.

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