Si tratta di uno dei primi 33 giri di progressive rock italiano ad aver riscosso un grande successo. Successo che ottenne, però, solo dopo la partecipazione dei Delirium al Festival di Sanremo dell’anno successivo, in cui la band presentò la popolarissima “Jesahel” accompagnata da un coro formato da decine di ragazzi e ragazze, tutti abbigliati da fricchettoni; il brano arrivò solo sesto ma suscitò molto scalpore per l’aspetto scenico. Era già il 1972 ma si era in Italia, per di più a Sanremo, quindi la cosa è facilmente comprensibile. In ogni caso, trainato da quel singolo (oggi è stato incluso nella ristampa in cd), “Dolce Acqua” sarà 19esimo fra i dischi più venduti a fine anno. È l’unico del complesso in cui è presente Ivano Fossati (se ne andrà poco dopo la partecipazione al Festival), che qui oltre a cantare suona il flauto ispirandosi a Ian Anderson. Non è certo un lavoro perfetto, ma rimane un reperto interessantissimo per comprendere l’evoluzione del prog italico. Essenzialmente melodico e guidato dalle tastiere di Ettore Vigo e dal summenzionato flauto, si segnala per la bella ballad melodica “Favola o storia del lago di Kriss” e per gl’intrecci strumentali della jazzata “To Satchmo, Bird And Other Unforgettable Friends” e di “Sequenza I e II”, quest’ultima uno dei primi esempi di quel suono che contraddistinguerà il cosiddetto ‘spaghetti rock’.
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