Devendra Banhart – Rejoicing In The Hands

Probabilmente molta della fama conquistata da Banhart – è arrivato a pubblicare dischi per etichette quali Reprise e Nonesuch, entrambe di proprietà del colosso Warner Bros. Records – è dovuta a fattori extra musicali. Il mix di look eccentrico e origini non comuni (padre statunitense e madre venezuelana, e fu proprio quest’ultima che lo crebbe a Caracas dopo il divorzio; in seguito Devendra, ormai adolescente, volò in California) l’hanno reso un beniamino degli hipster. Buon per lui. Un peccato per noi, perché probabilmente senza questo fuoco mediatico la qualità delle canzoni dell’artista sarebbe rimasta più alta. Forse si tratta soltanto di elucubrazioni a posteriori, eppure è innegabile che il meglio Banhart l’abbia dato nelle prime prove. Su tutte “Rejoicing In The Hands“, summa di freak folk acustico e realmente atipico, quasi apollineo per leggerezza e acume misticheggiante. Non a caso è uscito per la piccola label Young God di Michael Gira (Swans), uno che di buona musica se ne intende. Certo, il Nostro scriverà ancora delle ottime canzoni, ma è soprattutto grazie a quelle contenute in “Rejoicing…” se diventerà la star per eccellenza del folk psichedelico del Duemila.

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