Il secondo album dei fiorentini mostra uno stacco notevole a livello stilistico rispetto a “Siberia”. Il post – punk virato dark di quello storico LP viene quasi del tutto accantonato in “3 volte lacrime”, eccezion fatta per l’oscura “Libra” e poco altro. L’intenzione di Federico Fiumani e dei ‘nuovi’ Diaframma è cercare un punto di contatto fra la tradizione più alta della canzone d’autore italiana e il rock indipendente di quegli anni; scopo raggiunto, e brani di rara bellezza come “Falso amore”, “Marisa Allasio”, “Autoritratto” e title – track ne sono intensa testimonianza. La tavolozza timbrica è arricchita da pianoforte, clarinetto e mandolino, i testi di Fiumani sono una garanzia di eccellenza assoluta. “3 volte lacrime” è un classico della musica del nostro paese. Peccato se ne accorgano in pochi, e d’ora in avanti i Diaframma verranno ingiustamente relegati al di fuori delle grandi rotte del rock tricolore.
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