The Doors – The Doors/Strange Days

A posteriori, si può credere che la figura ‘sopra le righe’ (per usare un eufemismo) di Jim Morrison sia risultata nociva alla comprensione della musica dei Doors. Vero che gli oltraggi ai benpensanti perpetrati continuamente dal “Re Lucertola” sulle assi dei palchi di mezzo mondo ispireranno Iggy Pop, ma va anche detto che le sue pose da poeta maledetto finiranno per oscurare il notevolissimo contenuto musicale dell’omonimo debut album, in cui il rock blues si lega alla psichedelia in modo davvero inedito: niente visioni di pace e amore tanto care ai gruppi west coast coevi, piuttosto uno scavo nei meandri oscuri della psiche, caratterizzato dalla scoperta di ansie edipiche e ossessioni morbose, sublimate nel raga rock occulto della memorabile “The End”, assieme a “Light My Fire” l’apice dell’LP. Fondamentale l’apporto di due grandi musicisti come Ray Manzarek ad organo, piano e tastiere (il miglior tastierista rock dell’epoca) e del batterista jazz John Densmore, che daranno ai brani della band un tocco inconfondibile, ma saranno sempre messi in ombra dall’ego di Morrison. “Strange Days”, pubblicato in fretta e furia a pochi mesi di distanza dal predecessore, conterrà ancora qualche episodio interessante, ma chiuderà inesorabilmente il periodo d’oro dei californiani.

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