Per molti fan oltranzisti con “Awake” (e la conseguente dipartita del tastierista Kevin Moore), finisce la prima era dei Dream Theater. La band in realtà sfrutterà il successo ottenuto dalla doppietta “Images & Words” (1992) e “Awake” appunto per conquistare anno dopo anno l’olimpo del progressive metal, scena in cui tutt’oggi sono dominatori assoluti e gruppo apprezzato ben oltre i confini del panorama heavy. L’album in questione è più pesante del precedente, intricato e decisamente cupo e aggressivo, le composizioni sono quasi tutte di durata superiore ai sei minuti ma non per questo risultano meno affascinanti. Anzi. Dall’inizio alla fine la qualità è elevatissima, l’alternanza tra ritmi talvolta incalzanti e talvolta lenti è continua, le melodie conquistano al primo ascolto e la presenza di capolavori quali “Erotomania”, “Voices”, “The Mirror”, “Lie” e “Space-Dye Vest” contribuiscono a erigere quello che è uno dei dischi fondamentali dell’heavy prog degli anni novanta.
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