Il disco del “mezzo uomo” spezza a metà la carriera degli Einstürzende Neubauten. In futuro, seppur in graduale progressione, l’ensemble berlinese si spoglierà sempre più dei tratti maggiormente violenti e iconoclasti della sua musica, per approdare a una particolarissima e sottile sperimentazione fra rock ed elettronica. È proprio in “Halber Mensch” che vedono la luce i primi segni del cambiamento: in “Yü-Gung” i consueti clangori industrial caracollano a ritmo quasi dance, procedimento che si fa ancor più scientifico in “Z.N.S.”, dove Bargeld e compagni incrementano l’utilizzo di campionamenti elettronici. Il vecchio estremismo sonico è più che altro relegato in “Der Tod Ist Ein Dandy”, lacerata da un crescendo di tritarifiuti, e soprattutto nella raggelante title – track, brano interamente a cappella in cui l’aspra e dissonante polifonia vocale sintetizza medioevo fiammingo, madrigale cromatico e aliene sperimentazioni contemporanee sulla scia di Karlheinz Stockhausen e Luigi Nono, imponendosi come il capolavoro dell’album.
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