Quasi tutti, quando devono indicare l’indispensabile di Elvis Presley, puntano senza alcuna esitazione sulle registrazioni realizzate per la Sun Records durante il biennio 1954-55. La ragione è evidente: quelle incisioni sono uniche per naturalezza e brio giovanile, e risultano le più artisticamente riuscite nell’arco dell’intera carriera del Re. Eppure il mito, almeno per la massa, inizia con il singolo di “Heartbreak Hotel“, uscito per la RCA Victor il 27 gennaio 1956 e arrivato in vetta a tutte le classifiche degli Stati Uniti. In questa compilation sono incluse tutte le maggiori interpretazioni che il cantante di Tupelo realizzò in quell’anno fatidico, dal già citato Hotel a “Blue Suede Shoes”, “Tutti Frutti”, “Ready Teddy”, “Hound Dog”, “Shake, Rattle And Roll”, “Rip It Up” e “Don’t Be Cruel”. Successi mostruosi, e se a casa Sun il Nostro era leggermente più ispirato, nel ’56 la sua grinta era comunque ancora più che ragguardevole, per tacere di una voce che rimaneva incomparabile. “Elvis 56” si concentra sulla produzione più marcatamente rock di Presley, restituendo l’istantanea di un momento irripetibile, quello in cui nacque la pop music com’è ancora intesa oggi, non solo e non tanto a livello strettamente stilistico (in effetti Kanye West e Lady Gaga suonano ben diversi rispetto alle canzoni qui raccolte), quanto piuttosto presa dal suo lato scenografico e nella sua capacità di penetrare l’immaginario della cultura popolare. Sfruttando le intuizioni di Guy Debord, si può affermare che Elvis è la società dello spettacolo messa in note, un totem che nessuna rockstar o popstar potrà evitare di prendere a modello (anche inconsciamente), si tratti di John Lennon, Jimi Hendrix, Robert Plant, Michael Jackson, Bono o Kurt Cobain.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)