Keith Emerson, tastierista ‘extraordinario’ già in forze nei Nice. Greg Lake, basso e voce dei King Crimson nella loro prima e leggendaria incarnazione. Carl Palmer, batterista prima psichedelico con Arthur Brown e poi hard – progressivo con gli Atomic Rooster. Sono questi gli ELP, il fenomeno più appariscente e urlato del progressive degli anni Settanta. Il leader è però Emerson, il cui virtuosismo compulsivo alle tastiere (dall’organo hammond al pianoforte, dal moog ai primissimi sintetizzatori) porterà spesso il trio a strafare, sbracare e rasentare il ridicolo, vedi la rilettura ‘sinforock’ dei “Quadri da un’esposizione” di Mussorgsky. Ci sono però un paio di fatti: la band è stata una delle più influenti in assoluto per quel tipo di prog barocco più smaccatamente compromesso con la classica, e a livello strumentale suonava dannatamente bene. Specie quando manteneva un minimo d’equilibrio. Come in questo pirotecnico esordio, i cui momenti migliori sono tutti nel primo lato: “The Barbarian”, da Bela Bartok, “Take a Pebble”, di Lake per l’arrangiamento di Emerson, e “Knife-Edge”, vittime Leos Janacek e Johann Sebastian Bach.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)