E’ la Svezia che dà i natali alla prima grande scena death metal europea. Accanto a band comunque importanti come Dismember e Grave, sono gli Entombed a battere tutti sul tempo e pubblicare il primo capolavoro del filone scandinavo: “Left Hand Path” tradisce certo influenze mutuate da Slayer, Death e persino Napalm Death (cfr. alcuni blast beat della batteria), eppure suona originalissimo nel suo mix di tempi velocissimi, clangori chitarristici, basso catacombale e rantolo fra il growl propriamente detto e accenni di scream. Rispetto a quella dei colleghi americani Morbid Angel e Obituary la rapidità esecutiva del quartetto di Stoccolma è lievemente più elevata, benché non manchino rallentamenti mozzafiato, come accade nell’horrorifica seconda parte della title – track, fra le 10 canzoni più significative nella storia del genere; in compenso la produzione enfatizza le accordature bassissime degli strumenti, così da rendere la furia selvaggia delle varie “Drowned”, “Abnormally Deceased” e “But Life Goes On” ancor più sconvolgente e spaventosa, e gli assoli della sei corde persino più stridenti. Underground, ma epocale.
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