Un disco semplicemente impressionante. “Demanufacture” è ritenuto ancora oggi uno dei migliori album in assoluto del metal anni Novanta, oltre che il capolavoro della band. Riduttivo catalogarlo come industrial metal, tanto vasto è il campionario che Burton C. Bell e soci utilizzarono per creare un sound tanto violento quanto accessibile ai fan dell’heavy classico grazie all’utilizzo del cantato pulito e melodico nei ritornelli di vari pezzi, accanto a un impianto death/thrash devastato da inserti elettronici e campionature assortite. Mostruosa la performance di Raymond Herrera dietro la batteria, che grazie a un’abilità esagerata e a un massiccio utilizzo di trigger, riesce a creare un sound unico, che da questo momento in poi sarà la base di partenza per una miriade di band a venire. I riff stoppati di Dino Cazares saranno studiati a scuola da migliaia di chitarristi, il metalcore del 2000 che verrà prende appunti già da ora. Più in generale, questo lavoro e i prodotti di gruppi come Meshuggah e Strapping Young Lad costituiranno la vera pietra angolare del suono estremo di fine millennio. Un suono meraviglioso.
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