Bandita la ricerca del facile effetto ‘pop’, le Labbra Fiammeggianti recuperano la loro miglior vena creativa e in settanta densissimi minuti allestiscono un viaggio infradimensionale che conduce l’ascoltatore fra nebulose kraute, costellazioni electro e galassie lisergiche. Ci sono Can, Pink Floyd e Faust, ma anche Animal Collective, Liars e Daft Punk, più qualche sguardo cupo figlio dei Joy Division e del post punk meno scontato. Diciotto pezzi che compongono un puzzle piuttosto disorganico ma terribilmente stimolante: nessuna ricerca della perfezione ma un’abilità nella tecnica del cut–up sonoro che allerta tutte quante le nostre sinapsi.
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