Non si è mai capito precisamente quale sia il titolo corretto del disco di debutto dei Flipper. Poco importa: quel che conta è la straordinaria importanza dell’LP, in grado d’influenzare pesantemente lo stile di band che venderanno infinitamente più di questo quartetto di San Francisco, fra i primissimi a rallentare e dilatare il punk tramite un uso massiccio di feedback e distorsioni varie. Noise punk, in breve, in cui le scorie garage rock vengono stuprate dal rumore assordante della chitarra di Ted Falconi, dai due bassi barbarici di Will Shatter e Bruce Loose (anche cantanti) e dalla batteria ‘scassona’ di Steve DePace. L’unica epilessi hardcore dell’album è costituita dal minuto e mezzo di “Living For The Depression”, mentre le fondamentali “Ever”, “Life Is Cheap”, “Shed No Tears”, “Way Of The World” e “Life” sono danze di morte, in cui l’acuta depressione psichica dei testi si sfoga in un suono volutamente sporco e sgradevole. Su tutto, però, spiccano gli oltre otto minuti di “(I Saw You) Shine”, ossia i Melvins e il grunge con parecchi anni di anticipo, e la selvaggia jam punk/free jazz di “Sex Bomb”, con tanto di sassofoni che sul finire la precipitano nel rumore puro. I Flipper saranno idolatrati dai Nirvana (non a caso Krist Novoselic ha scritto le note della ristampa del 2008), che prenderanno molto da loro per le soluzioni utilizzate in “Bleach” (1989), ma in generale fungeranno da stimolo per tutto l’alternative rock degli anni Novanta, finendo per segnare in profondità anche molto noise rock newyorkese.
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