Che il post-punk sia ancora vivo e lotti tra noi ce lo dimostrano gli irlandesi Fontaines DC e il loro fulminante debutto “Dogrel”. Basterebbe solo il forte accento del frontman Grian Chattan come statement, ma a corroborare la valenza socio-politica (oltre che musicale) e le contraddizioni del Paese di origine dei Nostri, arriva “Big”, un pezzo che ripete alla nausea “Dublino sotto la pioggia è mia, una città incinta con una mente cattolica”, e che è solo l’inizio di quello che potrebbe benissimo essere un flusso di coscienza (giusto per citare James Joyce, uno degli idoli dei Fontaines DC) sul significato della vita non solo in una città e in una nazione in cui perdersi è un attimo, ma anche di un lavoro che richiama sia i Television che i Joy Division (ma anche spesso e volentieri molti stilemi hardcore punk di stampo californiano), e che sembra uscito da qualche piega spazio-temporale in cui, purtroppo, i problemi erano molto simili a quelli di oggi.
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