In Italia, durante la fine degli anni Settanta, le novità musicali provenienti da Londra e New York faticano ad affermarsi. Perché nel paese nasca una vera e propria scena punk/new wave, occorrerà aspettare i primissimi anni Ottanta. Con la corrente progressive ormai ridotta al lumicino, il campo è nelle mani dei cantautori. Che continuano a sfornare ottimi dischi. “Amerigo” è uno di questi, scritto da uno dei più tipici esponenti di tale razza. Paragonato al capolavoro “Via Paolo Fabbri 43” (1976) mostra un po’ la corda, soprattutto a livello di arrangiamenti, qui davvero essenziali, troppo essenziali. Va però citato perché contiene, fra le altre, “Libera Nos Domine“, uno dei quattro – cinque testi più belli dell’intero cantautorato italiano, quello che anche De André avrebbe potuto (voluto?) scrivere.
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