In un’epoca in cui l’apparenza (soprattutto la facciata sui social) è tutto, c’è ancora chi non la reputa un fattore importante, preferendole la sostanza e non conformarsi alle mode del momento. Tra questi personaggi controcorrente possiamo contare George Ezra, un cantautore che non si è lasciato sopraffare dal successo (alzi la mano chi non ha mai sentito neanche per sbaglio “Budapest”, hit contenuta nel suo disco d’esordio del 2014, “Wanted on Voyage”), ma che continuando sulla propria strada, quella un po’ naive ma genuina (nel suo caso) del modern folk, ha finalmente conquistato il meritato riconoscimento anche in casa, paradossalmente mai raggiunto con il debutto discografico (“Shotgun”, uno dei singoli estratti da “Staying at Tamara’s”, si è posizionato in cima alla classifica britannica, e l’artista è in nomination in ben tre categorie dei Brit Awards), oltre a trovare la consacrazione anche in Paesi in cui il suo esordio era passato tutt’altro che inosservato.
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