A livello puramente statistico, il primo brano hardcore è stato “Out Of Vogue”, pubblicato nel 1978 e contenuto nell’omonimo mini dei Middle Class, band di Los Angeles come lo sono state quasi tutte le prime di questo genere, estremizzazione iperveloce e alla metedrina del punk rock del ’77. La provenienza sud californiana di molti dei primi gruppi HC ha fatto parlare anche di beach punk. Excursus storico – geografico a parte, il primo vero album hardcore, nonché l’opera che ha elevato questa musica da puro susseguirsi di accordi suonati alla velocità della luce a drammatica forma d’arte, è stato l’unico LP dei Germs, anche loro di Los Angeles, anche loro intenti a sbriciolare quel che rimaneva del punk propriamente detto in una salva di riff al fulmicotone. Quello che li distingueva dagli altri pionieri era una maggiore qualità di scrittura, ma soprattutto i testi e il carisma di Darby Crash, detto anche “manimal” per il suo comportamento selvaggio sul palco e nella vita (morì di overdose nel dicembre del 1980). Propulso dalla chitarra lacerante di Pat Smear, dal basso supersonico di Lorna Doom e dalla batteria ipercinetica di Don Bolles, l’urlo scomposto e tragico di Crash si fa largo in brani seminali quali “What We Do Is Secret” (appena 43 secondi di durata), “American Leather”, “Lexicon Devil”, “Manimal”, “We Must Bleed” e “Media Blitz”. Agghiacciante la chiusura del disco, affidata ai nove minuti di puro delirio dal vivo di “Shut Down (Annihilation Man)”, vertice del nichilismo terminale di Darby. Ulteriore testimonianza dell’eccezionalità dei Germs, la carriera di Smear, che passando dai Nirvana finirà per suonare con i Foo Fighters.
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