Dopo esser stato fra i primissimi interpreti di rock italiano, assieme a Celentano, e aver raccolto un buon successo negli anni Sessanta come interprete leggero, anche in coppia con Enzo Jannacci, Giorgio Gaber inizia da questo disco, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale, il suo periodo più interessante. Nasce il teatro – canzone, tant’è vero che alcuni brani de “Il signor G” sono monologhi privi di musica, in cui l’artista comincia a scandagliare con feroce sarcasmo gli anfratti (molto estesi in realtà) più oscuri della società italiana. Senza risparmiar neppure le “zone d’ombra” del suo io.
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