La colonna sonora dell’omonimo ed epocale film di Dario Argento sarà il disco più venduto in Italia nel 1975. In quei tempi, i Goblin sono un gruppo di progressive sinfonico appena fondato da Claudio Simonetti, leader indiscusso della band: “Profondo Rosso” è l’album di debutto, e rimarrà anche il loro più grande successo. L’arpeggio di tastiera del tema principale, irrobustito dall’entrata dell’organo ‘horrorificamente’ liturgico, costituirà un’onnipresente fonte d’ispirazione per tutta la musica gotico – cinematica futura. Importanti anche i contributi del compositore e jazzista Giorgio Gaslini (tutto il secondo lato del vinile è suo), ma saranno i brani dei Goblin ad entrare di prepotenza nell’immaginario pop degli anni Settanta, raggiungendo infine il terzo Millennio con immutata forza visionaria. Si tratta anche di uno dei primissimi horror che non utilizza composizioni atonali o dodecafoniche per enfatizzare i passaggi più terrificanti della pellicola, ma abbraccia spudoratamente i suoni della ‘musica giovane’ coeva. Un passaggio fondamentale per comprendere, almeno in parte, il ‘rumore’ che ci circonda.
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