Prima di quest’esordio solo una cassetta attestava l’esistenza dell’ensemble canadese (da ricordare che ai tempi il punto esclamativo era ancora posto alla fine della ragione sociale). Ma “F#A#∞” (nell’edizione in vinile l’ultimo solco gira in eterno, ecco spiegato il simbolo dell’infinito posto a conclusione del titolo) è già una tappa fondamentale per il post rock di fine millennio. Anzi, i Godspeed You! Black Emperor si rivelano essenziali quanto i Tortoise per lo sviluppo di questo stile: se la band di Chicago cercava inedite alchimie fra jazz e rock, al contrario l’act di Montreal sostituisce il primo dei due termini con sperimentazioni mutuate dalla classica contemporanea. Ecco quindi che “The Dead Flag Blues”, prima d’innalzarsi in un tema da colonna sonora western, si ramifica in una serie di glissandi che ricordano certe soluzioni di Ligeti, mentre le note di cornamusa che introducono “East Hastings” evaporano in una serie di accordi apparentemente casuali, in realtà ben organizzati e sfocianti in un travolgente crescendo, a sua volta liquefatto in un pulviscolo di rumori sospesi nel vuoto. Quello che rende questo LP unico è l’unione di sperimentazione e sentimento, con i climax emotivi che si sprecano. Indispensabile quanto il successivo EP “Slow Riot for New Zerø Kanada” (1999). Appena un gradino sotto, “Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven” del 2000.
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