Vengono dalla Svezia alcuni dei più bei nomi dell’odierno movimento “vintage rock“. Fra questi, i Graveyard sono sicuramente fra gli interpreti più credibili del revival delle vibrazioni hard degli anni Settanta. “Lights Out“, loro terzo disco, è al livello dei suoi predecessori e si caratterizza per un’abilissima miscela di tutto quanto può far pensare ai gloriosi tempi degli amplificatori valvolari e delle jam hard/blues/psichedeliche. Con un tocco di garage qua e là. Emuli di Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Grand Funk Railroad e, andando ancora più indietro, Jimi Hendrix Experience e simili, i quattro scandinavi sanno però scrivere pezzi mai scontati e che vivono di vita propria, lontani dall’essere mera imitazione calligrafica. I loro riferimenti musicali avranno pure quarant’anni e oltre, ma anche nel 2013 “Lights Out” si rivela un ascolto divertentissimo.
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