Per dovere di cronaca è necessario ricordare che, in anticipo su Sonic Youth e R.E.M., furono gli Hüsker Dü la prima band della scena indipendente a firmare per una major (Warner Bros.). Non sfruttarono a lungo il loro contratto, però, dato che “Warehouse: Songs And Stories” viene ricordato per essere il loro ultimo disco, pubblicato appena prima della furibonda separazione. Nondimeno si tratta di un tassello fondamentale dell’alt rock degli anni Ottanta, in ragione della sua straordinaria forza espressiva. L’hardcore è ormai un ricordo, in compenso il livello di scrittura che Mould e Hart hanno raggiunto nel corso di 6 album ha del miracoloso. Le 20 canzoni contenute in questo doppio album vengono ingentilite da massicce dosi di melodia, mantenendo però l’abrasività di un rock scarno e pungente tanto negli accordi di chitarra quanto nelle linee vocali. Si sarebbe tentati di citare tutti i brani; senza voler essere troppo pedanti è d’obbligo parlare dei testi di “Standing In The Rain” e “Ice Cold Ice”, vere e proprie confessioni a cuore aperto di Mould (e per un tipo introverso come lui si può solo ipotizzare quanto sia stato difficile scriverle). “Warehouse” è il meraviglioso suggello finale di una band immensa.
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