L’utimo disco di Iggy Azalea è passato piuttosto inosservato, se non altro in Italia, pur raggiungendo buoni risultati nel resto del globo, come il debutto alla posizione 50 della Billboard, e un totale di 200 milioni di streaming tra YouTube, Spotify e altre piattaforme. Fredde statistiche a parte, il personaggio della rapper australiana (al secolo Amethyst Amelia Kelly) è stato fondamentale durante i primi anni del decennio, in quanto ha contribuito a lanciare la nuova immagine di femme fatale del rap, insieme ad altre star del calibro di Nicki Minaj, Cardi B e Azealia Banks, e in effetti, il suo nome era davvero sulla bocca di tutti, non solo tra gli amanti del genere, ma anche del gossip e dintorni. Tornando a “In My Defense”, il secondo lavoro di Iggy Azalea non ha convinto come il debutto “The New Classic” (2014), tanto che sono in molti, sia fan che critici, a giudicarlo nettamente sotto le aspettative.
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