Dopo i due capolavori iniziali pubblicati durante lo stesso anno, “The Idiot” e “Lust For Life” del 1977, la carriera solista di Iggy Pop ha vissuto parecchi alti e bassi, spesso repentini, passando da ottimi dischi (“Soldier” del 1980) ad opere quantomeno interlocutorie (“Party” del 1981). “American Caesar“, invece, mette d’accordo tutti i fan dell’ex Stooges. Esce nello stesso anno di “America Oggi” (“Short Cuts” il titolo originale), il miglior film della carriera di Robert Altman, e come quest’ultimo traspone in immagini gli Stati Uniti d’allora, così “American Caesar” illustra lo stato dell’Unione con suoni e parole. In questo senso, due sono le canzoni emblematiche: il rock ‘n’ roll spedito di “Wild America”, riflessione sul turbo – capitalismo che si è impossessato degli USA, e la cover di “Louie Louie”, il cui testo viene modificato appositamente per parlare del crollo del Muro e di tutto ciò che ne consegue. Ma c’è anche spazio per momenti più personali, come ad esempio “Fuckin’ Alone” e “Social Life”, quest’ultima una ballad in cui l’Iguana riflette sulla sua condizione di rockstar, e per episodi in cui viene ripreso il garage punk delle origini, ossia “Plastic & Concrete”, “Sickness”, “Boogie Boy” e la lercia “Perforation Problems”. Fra gli album irrinunciabili del Nostro.
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